Comprendere i principi dell’OQC: Origine e Qualità Controllata
Quali sono i principi fondamentali del programma?
Il programma di registrazione OQC, come dice lo stesso acronimo, Origine e Qualità Controllata, si basa sul fatto di valorizzare un prodotto, e di conseguenza l’azienda che lo produce, registrandolo e listandolo pubblicamente sul sito di NSF, attribuendogli un marchio che ne sottolinei le proprietà di eccellenza quali l’alta qualità e la sua origine manufatturiera. I principi fondamentali sono quindi: Trasparenza, Qualità, Sicurezza ed Origine di prodotto.
In che modo ciò è in linea con il regolamento europeo?
Il programma di registrazione OQC, per definizione è uno schema volontario e quindi non si vuole sostituire ad alcun regolamento o legge nazionale od internazionale in tema di qualità di prodotto né vuole competere o sostituirsi o rimpiazzare alcun regolamento o legge relativa all’origine di prodotto o “Made in”.
Per quanto riguarda l’aspetto della Qualità dei prodotti, esso va ad accertarsi ed a verificare che il prodotto in oggetto abbia già ottenuto almeno una certificazione o approvazione che ne comprovi la qualità o sotto l’aspetto sanitario (contatto con l’acqua potabile) o sotto l’aspetto delle performance meccaniche, sia prestazionali che di sicurezza, rilasciato da un laboratorio/Ente di certificazione accreditato e riconosciuto internazionalmente.
Per quanto riguarda invece l’aspetto della verifica dell’Origine del Prodotto, il nostro schema applica un metodo di verifica che segue le regole ed i principi dell’Origine non Preferenziale delle merci o “Made in”, descritte dall’UCC (Union Customs code) e dai principi generali di determinazione della Country of Origin.
L’aver registrato un prodotto con il marchio OQC non darà in automatico l’assegnazione del “Made in” né tantomeno varrà come dichiarazione di Origine non preferenziale per il commercio dei prodotti.
Tali dichiarazioni continueranno ad essere ottenute con le procedure ufficiali e con gli enti preposti (Camere di Commercio ed uffici doganali).
Perché è necessaria questa registrazione? C’è qualche studio o ricerca di mercato che si può condividere a dimostrazione che i consumatori preferiscono prodotti certificati nei sistemi idrici?
Perché è necessaria questa registrazione? Fondamentalmente per due ragioni: la trasparenza e la conoscenza. Sono innumerevoli gli studi e le ricerche di mercato che appurano che i prodotti testati, approvati e certificati a fronte di standard di qualità e sicurezza, siano preferibili a quelli privi di queste garanzie, anche a dispetto di un prezzo maggiore.
È altrettanto noto che la dichiarazione di origine delle merci sia un requisito di base per il commercio internazionale e che alcune tipologie di prodotto siano particolarmente ricercate nel momento in cui se ne garantisce la corretta provenienza.
Ecco, il Marchio OQC coniuga appunto questi due aspetti entrambi ricercati dal mercato e quindi apprezzati dai consumatori.
Come si è evoluto il programma OQC Italia dalla sua nascita nel 2012?
Questo programma è nato nel 2012, fondamentalmente da una richiesta proveniente da una parte dell’industria meccanica Italiana che desiderava uno strumento serio e trasparente e che fosse gestito da un Ente terzo e superpartes.
Il programma si è rivolto quindi da subito ad una ristretta élite di aziende italiane il cui desiderio era da una parte quello di proteggersi dal fenomeno della contraffazione ad opera delle aziende asiatiche di quel periodo e dall’altra avere uno strumento per potersi differenziare sul mercato. Il Marchio OQC richiedeva solo la certificazione sanitaria a comprova dell’idoneità dei materiali al contatto con l’acqua potabile. Nessuno standard di performance era allora stato preso in considerazione. Il criterio di definizione dell’Origine si basava solo sui componenti a contatto con l’acqua.
Il programma stesso è rimasto relegato ad una nicchia di mercato per diversi anni.
Oggi, in occasione del 10mo anniversario, NSF, dà una nuova vita a questo programma, aprendolo a tutti i prodotti a contatto con l’acqua ed allargando l’aspetto della qualità anche alle performance meccaniche e di sicurezza.
L’aspetto dell’Origine viene approfondito attraverso lo sviluppo di un algoritmo di proprietà che supporta l’attività di qualificazione del prodotto e di audit di sorveglianza.
Come valutate l’origine e la qualità delle materie prime utilizzate?
Delle materie prime è importante sicuramente la qualità. Parlando sempre di prodotti destinati al contatto con l’acqua, quindi valvole, rubinetti, tubi, guarnizioni, contatori e dispositivi per il trattamento domestico dell’acqua potabile, la qualità delle materie prime impiegate è fondamentale. Essa garantisce che il prodotto non inquini l’acqua, garantisce che il prodotto non abbia perdite, non esploda in pressione, non si corroda prima del tempo dichiarato d’uso. La qualità delle materie prime viene valutata grazie al controllo delle certificazioni di prodotto e dei relativi test di laboratorio.
Parlando di un prodotto di manifattura vediamo invece che il fatto che le materie prime abbiano la stessa origine del prodotto finito non rappresenta un elemento critico per poter conferire a quest’ultimo l’Origine del Prodotto. Inoltre, è anche bene tenere presente che non tutte le materie prime e di qualità siano sempre reperibili all’interno di uno stesso Paese.
Le regole dell’Origine non preferenziale delle merci partono dal concetto di ultima lavorazione sostanziale che di fatto attribuisce l’Origine ad un prodotto. Il Marchio OQC va anche oltre questa definizione di base, verificando che ogni fase di lavorazione essenziale sia realizzata in Italia, dando così valore agli aspetti di design industriale e di know-how tecnologico nella rappresentazione dell’origine di un prodotto.
Dimmi di più sull’algoritmo proprietario NSF. Cosa rende unico il nostro algoritmo? Su quali regole si basa?
Quando un prodotto viene definito Made in Italy, quello che non ci viene detto, soprattutto se si tratta di un prodotto frutto di operazioni di assemblaggio, è quanto è Made in Italy. Difficilmente lo potrà essere al 100%, specialmente in un mondo, quello odierno, caratterizzato da un alto livello di Globalizzazione e di numero di scambi commerciali.
L’algoritmo, da noi battezzato con il nome di POINTER, si basa su un modello matematico che calcola il valore, espresso in percentuale, di Origine di un prodotto o componente attraverso i vari step del suo processo di manifattura.
Questo modello vede il prodotto come una combinazione lineare di trasformazioni effettuate a partire dalle sue materie prime. Quando parliamo di trasformazione la intendiamo sempre come “ultima lavorazione sostanziale” e quindi restiamo sempre in accordo ai principi dell’Origine non Preferenziale delle merci. Le lavorazioni definite minimali, come lavaggio, spolveratura, imballaggio etc., non vengono prese in considerazione dall’algoritmo.
L’algoritmo restituisce un valore finale di Origine di manifattura di un prodotto che è compreso tra 0 ed 1 o se si preferisce tra 0 e 100%. Alla fine Pointer non solo ci dice se un prodotto è “Made in” oppure no, ma ci dice anche in che misura lo è.
Puoi condividere alcuni dettagli sui tipi di test di performance e analisi tecniche in conformità ai requisiti delle approvazioni?
Parliamo quindi dell’aspetto qualità di un prodotto. Per qualità qui noi intendiamo sicurezza prima di tutto e poi anche prestazione. Un prodotto destinato al contatto con l’acqua potabile deve essere prima di tutto sicuro da un punto di vista sanitario, ovvero i suoi materiali non devono inquinare l’acqua potabile alterandone le sue caratteristiche di potabilità.
Il prodotto dovrà quindi essere testato e certificato da un Ente terzo accreditato, a fronte dei più importanti standard o regolamenti in vigore a livello nazionale ed internazionale. Parliamo quindi di standard come NSF/ANSI/CAN 61, AS/NZS 4020, REG4/WRAS, KTW, ACS, etc.
Dall’altra parte un prodotto deve anche essere sicuro da un punto di vista meccanico, non deve perdere acqua ed allagarmi la casa, esplodere in pressione, corrodersi o rompersi prima del suo tempo di garanzia. Questi aspetti sono garantiti se il prodotto è testato e certificato da un Ente Terzo accreditato, secondo standard come ASME, ASTM, ASSE, DIN, ISO, NF, etc.
Ci sono strategie di business “green” che fanno parte dei modelli di Best Practices per la valutazione delle performance?
Sicuramente sì. Ci sono, per esempio, schemi di risparmio energetico ed idrico come il Water Sense (USEPA), il CEC (California Energy Commission), oppure lo standard NSF/ANSI/CAN 372 che limita la percentuale di piombo permessa nei materiali in generale ma soprattutto nelle leghe di rame per il contatto con acqua ed alimenti.
Quali sono il valore sociale o i benefici conferiti dal programma di registrazione OQC nella promozione dell’attività imprenditoriale italiana?
Il marchio OQC è uno strumento di trasparenza e fiducia, che un’azienda ha per comunicare con i suoi clienti e partners e con i consumatori stessi.
Quando vedi un prodotto a marchio OQC, sai che si tratta di un prodotto sicuro sia sotto il profilo della sanità sia sotto l’aspetto meccanico, testato e certificato da un Ente Terzo accreditato e riconosciuto internazionalmente, sai che è stato prodotto in Italia e sai che tutto ciò viene validato e controllato annualmente da un Ente Terzo di valenza internazionale quale NSF.
OQC non è un’autodichiarazione. Nell’official listing di NSF non solo si possono trovare i nomi delle aziende che hanno registrato i prodotti con questo programma, ma anche i loro siti produttivi e l’elenco dettagliato dei trade names di tutti i loro prodotti registrati OQC.
Quanto dura il processo di registrazione e quali sono i più comuni e frequenti paletti o difficoltà?
Il processo di registrazione è relativamente semplice. L’azienda propone alcuni prodotti del suo catalogo che pensa possano avere i requisiti richiesti di qualità e di origine. Un nostro Account Manager inizia la revisione tecnica documentale andando a verificare l’esattezza delle informazioni, soprattutto quelle relative alle certificazioni di prodotto.
In parallelo un auditor effettua l’audit iniziale durante il quale va a verificare l’origine dei prodotti in oggetto applicando l’algoritmo POINTER e raccogliendo le evidenze. Al termine di questa fase che può durare dalle 3 alle 5 settimane, a seconda della complessità del progetto, se tutto viene confermato, si registrano i prodotti sotto il programma OQC ed il nome dell’azienda , la sua facility production e l’elenco dei trade names dei prodotti in oggetto vengono listati nel nostro official listing nella più totale trasparenza. Ogni anno viene effettuato un audit non annunciato per la sorveglianza ed il mantenimento della registrazione. In qualsiasi momento l’azienda può aggiungere (o rimuovere) prodotti dal listing in base alle proprie esigenze.
Quali sono i futuri sviluppi o aggiornamenti del programma?
L’OQC è un programma flessibile. Questo significa che può essere modificato, reso più severo, esteso ad altre tipologie di prodotto o replicato in altri Paesi. OQC è nato in Italia perché lì, al tempo, c’era un’esigenza di rafforzamento di un Made in Italy già molto importante e riconosciuto mondialmente.
Questo schema si può tranquillamente replicare in altri Paesi nei quali il “Made in” di certe tipologie di prodotto ha un determinato valore e riconoscimento internazionale. Immaginiamo un domani un OQC UK, un OQC Germany o un OQC Japan, etc.
Si pensa inoltre di estendere il campo di applicazione dell’OQC dal settore acqua al food ed al gas.
Come parametri di qualità stiamo valutando di prendere in considerazione anche la sicurezza elettrica.
Tutto ciò non viene deciso esclusivamente da NSF ma viene proposto e discusso durante lo svolgimento degli Industrial forum OQC che si tengono ogni anno e sono aperti a tutte le aziende con prodotti listati OQC.